Non avrebbe alcun senso parlare di luoghi selvaggi senza prima cercare di definire ciò che si intende per “selvaggio”. Inteso in senso comune, cioè in quanto aggettivo, il termine “selvaggio” dal punto di vista semantico (cioè del significato) risulta impiegato in modi perlopiù insoddisfacenti.
Non ha alcun senso parlare di luoghi selvaggi senza prima, dunque, cercare di definire in maniera più precisa il termine ; più precisa in un senso tecnico, anzitutto.
Pur essendo decisamente scontato, premetto che qui si tratta di natura selvaggia.

Selvaggio implica, o è implicato, fondamentalmente, da due termini meno soggetti a equivoci : isolato, ossia remoto, e intatto.
Anche se è facile pensare che isolato significhi intatto, o viceversa, ci tengo comunque a trattare i due termini separatamente. Tengo inoltre a ribadire che la definizione che intendo dare di “selvaggio”, che è stata e sarà alla base della ricerca, vuole essere il più possibile oggettiva. E’ chiaro insomma che “selvaggio” può essere anche una impressione soggettiva che si comunica alla psiche dell’individuo allorquando si trova in presenza di un particolare luogo, e varrebbe senz’altro la pena discutere su questo aspetto del selvaggio, ma non è scopo principale di questo lavoro approfondire ulteriormente in merito.

Isolato : significherebbe remoto, lontano cioè in qualche misura – da definirsi – da una qualunque attività o presenza umana attuale,
I segni della presenza umana, che in sostanza diminuirebbero l’isolamento di un particolare luogo, possono essere molteplici ma a mio giudizio il principale elemento che – in un contesto naturale – rompe l’isolamento, è la strada.

Intatto : significherebbe, in maniera sintetica, non soggetto ad alcuna influenza umana da lungo tempo o, idealmente, da sempre. Per intenderci, si potrebbe parlare di luogo “vergine”, o “primigenio”, “naturale”. E’ chiaro ovviamente che, in un contesto come quello del territorio italiano, è estremamente improbabile che possano esistere luoghi intatti nel senso più letterale che ho dato poc’anzi, così come forse non è nemmeno possibile pensarlo nell’ambito estremamente più ampio di una scala planetaria. Non credo perciò sia utile specificare ulteriormente, se non per mera smania di discussione, il senso di questo termine, se non nel modo che segue.
Nel caso degli ambienti naturali italiani, infatti, la “rinaturalizzazione” di ambienti naturali non più interessati dalla gestione umana è oggetto corrente di studi scientifici, e anche di specifiche tutele e gestioni ad opera degli enti preposti.

A questo punto si potrebbe dire che il luogo selvaggio può dirsi tale se gode di queste due proprietà : di essere isolato, e intatto.
Di queste due, l’isolamento è forse quello che, seppur definibile con una certa precisione, rimane comunque definito secondo criteri perlopiù soggettivi, vale a dire personali. La specificazione che darò di “isolato” è dunque frutto delle mie personali considerazioni, aspettative ed esperienze, e risente perciò di tutti i difetti che può avere una mera opinione personale.